La rassegna dell’OpS – Il Teatro al Centro

La rassegna dell'OpS - Il teatro al Centro

Per il terzo anno Officina Per la Scena organizza la rassegna teatrale Il teatro al Centro in collaborazione con l'Unione Culturale F. Antonicelli. Otto date per otto spettacoli che, come nella tradizione delle proposte di Officina Per la scena, indagano tematiche di rilevante interesse sociale, politico e culturale.


Tutti gli spettacoli iniziano alle h. 19.00 presso Unione Culturlare F. Antonicelli, via C. Battisti 4,  per un ottimo aperitivo culturale in cui gustare del buon cibo per la mente e poter cambiare il nostro punto di vista anche solo per un momento.

18 NOVEMBRE - DICE CHE VIENE A PIOVERE
18 NOVEMBRE - DICE CHE VIENE A POVERE

DICE CHE VIENE A PIOVERE

18 NOVEMBRE h 19.00

di e con Maria Augusta Balla ​ ​
scenografie: Doris Baumgartner
grafica: Silvia Genta / Raffaella Brusaglino
genere: monologo / prosa durata: 55'

Lia è una donna. Lia è un’anziana. Non si sa quanti anni abbia. Forse 70, forse 80, forse anche di più. ​Lia è sola. Il luogo in cui si trova è un cimitero. Ci va tutti giorni, con il caldo, con la neve, con il vento e anche quando piove. Come oggi che forse, dicono, pioverà. Con sguardo talvolta ingenuo, talvolta cinico, talvolta civettuolo e in un succedersi calmo di domande e intuizioni, Lia viaggia dal suo presente ai ricordi del passato, accarezzando con ironia l’inspiegabile mistero che l’attende.

2 DICEMBRE- QUELLO CHE NON HO SCRITTO
2 DICEMBRE - APPUNTI PER UNO SPETTACOLO CHE NON SARÁ

QUELLO CHE NON HO SCRITTO

2 DICEMBRE h. 19.00

Appunti per un spettacolo che non sarà

Di e con Annapaola Bardeloni

Questa è la storia di uno spettacolo che non è stato fatto. Non è un monologo. Non vuole esserlo.

È la strada percorsa per raccontare la storia di due persone. Non personaggi. Persone. È il desiderio di farne uno spettacolo per non dimenticarle per strada.

Per quanto mi riguarda, ho capito da molto tempo che quello che più mi piace è raccontare cose piccole, raccontare storie che incontro e che alle volte mi si fermano addosso in modo così prepotente che in qualche maniera devo mostrarle. Particolari che mi innamorano o mi indignano. In ogni caso mi rapiscono. E la storia di queste persone è piena zeppa di piccole cose nascoste.

Per questo avrei voluto di questa storia fare uno spettacolo.

Per ora ve lo racconto. Vi racconto cose che forse sapete meglio di me. Ma ve le racconto lo stesso.

Da sola? In compagnia? Tutto può essere. È una strada. Sulla strada si fanno incontri. Ci si saluta e si cammina un pezzo insieme… chissà.

16 DICEMBRE - COMPLOTTO, DOPPIO COMPLOTTO, CONTROCOMPLOTTO
16 DICEMBRE - COMPLOTTO, DOPPIO COMPLOTTO, CONTROCOMPLOTTO

COMPLOTTO,

DOPPIO COMPLOTTO,

CONTROCOMPLOTTO

16 DICEMBRE H. 19.00

ovvero come imparai a credere a tutto e a non fidarmi di nessuno

 

Testo di Angelo Scarafiotti

 

con Andrea Castellini, Luca Occelli e Angelo Scarafiotti

 

 

Un bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora allacciando le scarpe

Mark Twain

Siamo davvero stati sulla luna? La terra è sferica o piatta? Per quale motivo sono crollate le Twin Towers? Stanno irrorando il cielo con composti tossici? Da quando l'immenso parco informazioni presente sulla rete è diventato accessibile a miliardi di persone in tutto il mondo questo tipo di domande hanno cominciato a circolare con maggiore frequenza generando risposte diverse più o meno credibili che hanno nel tempo riscosso grande successo. E non importa quanto le risposte a queste domande possano apparire fantasiose o bizzarre, l'importante è che smontino e confutino ciò che conosciamo come accaduto certamente (inclusi i fenomeni che la ricerca scientifica riconosce come autentici) dando così libero sfogo a alla più sfrenata immaginazione capace di fare resuscitare i morti o di scorgere una minuta manina aliena quale giustificazione da utilizzare per qualsiasi mistero che abbia accompagnato la storia dell'uomo.

Lo spettacolo COMPLOTTO, DOPPIO COMPLOTTO, CONTROCOMPLOTTO invita lo spettatore ad intraprendere un viaggio comico tra assurdità antiscientifiche, cecità selettiva, dissonanze cognitive, superstizioni con un approfondimento sui meravigliosi benefici derivanti dal consumo quotidiano di succo di limone mescolato al bicarbonato di sodio.

27 GENNAIO - OLOKAOS
27 GENNAIO - OLOKAOS

OLOKAOS

27 GENNAIO h. 19.00

Di e con
Luca Busnengo
Franco Bocchio
Produzione TAC Tutta un’Altra Comicità - Torino

Si può ricordare una delle maggiori tragedie alla quale il genere umano abbia assistito con uno spettacolo comico? Luca Busnengo e Franco Bocchio – con la coproduzione di Officina Per la Scena e TAC Tutta un’Altra Comicità - raccolgono la sfida e tornano in scena (dopo il successo di “Shakespeare chi?”) con il loro nuovo spettacolo scritto a quattro mani e da loro interpretato: “Olokaos”.

Uno Spettacolo nato per la ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria, un viaggio teatrale coinvolgente in cui si alternano, in delicato equilibrio sulla sottile linea che separa il serio dal faceto, riferimenti storici, riflessioni condivise e momenti dedicati al ricordo silenzioso. Uno spettacolo che attraversa il cuore e la mente con leggerezza e rispetto. Per non dimenticare.

3 FEBBRAIO - CARO GOLDONI
3 FEBBRAIO - CARO GOLDONI

CARO GOLDONI

3 FEBBRAIO h. 19.00

di Augusto Zucchi
con Pierpaolo Congiu e Costanza Maria Frola
scene Pierpaolo Congiu e Giulio Federico Janni
costumi Roberta Vacchetta
luci Emanuele Vallinotti
aiuto regia Sara Santolini
regia Giulio Federico Janni
una coproduzione CRAB Teatro e RAUMTRAUM

Due attori, quattro personaggi. Due servi e due padroni diseredati che vivono in una casa nobiliare venduta pezzo a pezzo per pagare i debiti di gioco del padrone si ritrovano risucchiati in un frenetico turbinio di equivoci, intrighi, maneggi e gelosie nel tentativo di salvare il lavoro e la casa. “Caro Goldoni” è una summa dell’opera goldoniana: una storia nuova raccontata con scene delle sue commedie più belle. Una prova d’attori senza precedenti per uno spettacolo senza respiro.

 

17 FEBBRAIO - NON DIRMI CHE HAI PAURA
17 FEBBRAIO - NON DIRMI CHE HAI PAURA

NON DIRMI CHE HAI PAURA

17 FEBBRAIO

ADATTAMENTO TEATRALE DELL’OMONIMO ROMANZO DI GIUSEPPE CATOZZELLA
Di Valentina Volpatto
Regia Luca Busnengo
Con Luca Busnengo, Michele Guaraldo, Valentina Volpatto

Samia Yusuf è una bambina vivace, un maschiaccio, come la definisce sua madre.

Samia Yusuf è una ragazzina tenace, una piccola guerriera, come la definisce suo padre.

Samia Yusuf è una giovane sognatrice, ma un grande talento, come la definisce il suo allenatore.

Samia Yusuf è una clandestina, un animale, come la chiamano i trafficanti di uomini.

Samia Yusuf è una ragazza che crede in un sogno e non si lascia sottomettere, crede in un sogno e combatte. Ogni atleta impara a lottare: contro se stesso, i propri demoni, i propri tempi, le proprie debolezze. Samia lotta contro tutto questo, ma combatte anche contro guerra, sopraffazione, povertà, contro un paese in cui cresce sempre di più la cultura in cui lei, in quanto donna, non dovrebbe correre, un paese dove spariscono gli abiti colorati, la musica e le libertà. Samia, cresciuta in una famiglia illuminata, sa che non può permettersi di mostrare le proprie paure, perché se le paure prendono il sopravvento, allora vincono loro, quelli da cui Samia corre via, quelli che hanno ucciso suo padre, quelli che le impediscono di essere se stessa, quelli che vogliono che regni il terrore.

Continua a correre Samia, continua a credere nel sogno, arriva alle Olimpiadi, ma non basta, le Olimpiadi le deve vincere!

E il sogno continua per lei e anche per tutte le ragazze somale che iniziano a scriverle, per tutte le ragazze mussulmane che iniziano a sentire stretti quei burka e iniziano a iniziano a pensare che si può sognare.

Corre Samia… L’Etiopia… E poi la decisione: l’Europa. Il viaggio, … si parte. Il deserto fino a Tripoli e poi il mare…..

Vogliamo raccontare la storia di Samia cercando il più possibile di raccontarla senza generalizzare, ma tentando di universalizzarne il messaggio. Leggendo il romando di Catozzella, ci ha colpito molto la tenacia, la forza d’animo di questa ragazzina nell’inseguire il suo sogno e ci siamo posti delle domande: la determinazione fin dove ci può spingere? Si può arrivare a morire per cercare la vita? La realtà può essere ribaltata in un battere di ciglia? può essere vista con tutti altri occhi?

Samia è una delle tante donne, delle tante persone che ogni giorno decidono di abbandonare tutto e mettersi in viaggio in cerca di un futuro diverso, forse solo in cerca di futuro. Negli ultimi 15 anni oltre 30000 persone sono morte nel Mediterraneo come Samia, il 60% di loro resta però senza nome. Che cosa ha spinto queste persone a scommettere la loro vita in questo modo?

Ecco vogliamo provare a raccontare questa storia con gli stessi occhi di chi ha un grande sogno… con gli occhi di Samia.

3 MARZO - OCCHI NUDI
3 MARZO - OCCHI NUDI

OCCHI NUDI

3 FEBBRAIO h 19.00

Ritratto di una modella che ha imparato a dipingere se stessa
Scritto, diretto e interpretato da Chiara Tessiore
Produzione Associazione Culturale Baba Jaga

In una notte di neve, una notte bianca come una tela da ricominciare a dipingere, si compone - come in sogno- la storia vera della della folle vita di Suzanne Valadon, la modella, amante e musa di tutti i più grandi pittori di una Parigi che si prepara al Novecento. Suzanne, per tutta la sua vita è stata ciò che gli altri desideravano lei fosse, ha incarnato l’immagine ideale di cui altri avevano bisogno. È stata mille donne. E poi, a un certo punto ha smesso. Si è aggrappata alla sua arte, si è spogliata delle immagini che altri le avevano dipinto addosso ed è passata dall’altro lato della tela. Quegli “altri” erano grandi, grandissimi. Quegli “altri” avevano nomi come Renoir, Degas, Puvis De Chavannes, Toulouse-Lautrec... Eppure non sono mai riusciti a vederla veramente. La sua è la storia di una donna che ha saputo vivere fuori dalla gabbia delle convenzioni, di un’esistenza intera passata ostinatamente a rifuggire l’ideale del “sacrificio”; è la storia della prima pittrice ad aver dipinto un nudo maschile, di un'artista grandissima che ha sempre rifiutato di farsi confinare nella sezione femminile del Salon tra i quadri di fiorellini rosa, pizzi e culle delle pittrici per bene...e si è sentita ripetere per tutta la vita : "hai talento...per essere una donna..." La sua è una storia dimenticata e che, invece, bisogna continuare a raccontare, a scoprire, a guardare con occhi nudi ...

23 MARZO - LA NONNA
23 MARZO - LA NONNA

LA NONNA

23 MARZO h. 19.00

Liberamente Ispirato a
La Nona di Roberto Cossa
Regia e adattamento drammaturgico:
Michele Guaraldo
Con:
Luca Busnengo, Michele Guaraldo, Aldo Nano, Chiara Tessiore, Valentina Volpatto
Scenografie:
Michela Pisani, Giulia Bertola
Produzione Video e musiche: Rah-Gù Production
Produzione:
O.P.S. Officina Per la Scena

La Nonna è un testo dell’autore argentino Roberto Cossa, debutta a Buenos Aires nel 1978 durante la dittatura di Videla, un classico contemporaneo ormai in Argentina. La Nonna racconta di una famiglia di estrazione popolare che viene annientata dalla fame atavica e insaziabile della vecchia nonna a cui tutto è dovuto e concesso. La vecchia nonna mangia, ingurgita tutto e la sua fame è insaziabile; la famiglia amorevolmente la nutre e la mantiene, mentre lei tiene loro compagnia. Il testo ci porta nella casa di una normale famiglia formata da padre, madre, una figlia, il fratello del padre e una vecchietta ultra centenaria che ha la particolarità di voler mangiare in ogni momento. La famiglia è quindi continuamente costretta a darle tutto ciò che di commestibile trova in casa, arrivando quasi a prosciugare i guadagni derivanti da una bancarella di frutta e verdura gestita dal padre. Quando le risorse incominciano a mancare, la famiglia deve prendere delle decisioni drastiche e dolorose.

Si racconta sotto traccia (unica maniera per scampare alla censura della dittatura) del peso che lo Stato dittatoriale applica su di una società che non riesce a reagire e a ribellarsi ai continui soprusi, minacce, pretese di quest’ultimo. Un’allegoria chiara e grottesca della situazione politica e sociale dell’Argentina di quegli anni.

Progetto artistico

A ben guardare, si scorge nelle pieghe del testo anche un’altro tipo di riflessione, più sottile e profonda: la gabbia che lo schema produci-consuma-crepa costruisce intorno a ciascuno di noi.

Da qui partiamo nell’affrontare il testo dell’autore argentino, da quell’invisibile gabbia che ogni personaggio del testo, crea attorno a sé. Una gabbia fatta di obblighi e riti, convenzioni e tradizioni,   convenienze e connivenze che ogni membro della famiglia consapevolmente o meno usa a proprio favore.

In questa visione il personaggio della nonna assume un significato differente da quello originario, diventando non l’esecutore materiale, attore principale dell’azione distruttiva, quanto piuttosto il detonatore del collasso della comunità-famiglia. In questa chiave quindi la scelta forzata di ingabbiare la nonna in uno spazio-non spazio di un televisore, virtualizzandone quindi la presenza, aggiunge un significato ulteriore alla narrazione: la televisione, oggetto che si fa personaggio, simbolo del nostro contemporaneo e della nostra società diluita.

Inserita in una scenografia abbozzata come un fumetto che pretende di essere reale e concreta, la nonna agisce e interagisce con i personaggi reali che la considerano alla stessa stregua del loro essere reali, sviluppando un legame affettivo che crea un cortocircuito di pensiero e di azione portando i personaggi stessi all’autoannullamento.

Ogni personaggio si porta dietro una particolare contraddizione del nostro contemporaneo: Maria è una donna che cerca di stare nel suo ruolo di padrona di casa, moglie premurosa e portatrice del tradizionale “si è sempre fatto così” accudendo tutti, interpretando il ruolo della donna nella più classica definizione di genere; Marta, la figlia, è il prodotto migliore che viene tritato dal meccanismo dell'iper-consumismo innescato dall'insaziabile nonna, Marta è una ragazza bella e volenterosa che «si dà», per il bene supremo della famiglia fino a distruggersi umiliando la sua energia giovanile perché incapace di affermarsi nella sua indipendenza; Carmelo è un commerciante che provvede a tutta la famiglia, succube di tutti, moglie, figlia e fratello, ma soprattutto dello schema mentale lavoro-guadagno-consuma-(crepa); Narciso, l’artista che diventa, volente o nolente, il parassita della società, primo a intuire la devastante azione della nonna, ma incapace per impossibilità e pigrizia ad auto-sostenersi. Unico elemento esterno allo spazio sociale è Nestor, immigrato arricchito, che tenta di entrare in questa micro-società per affermarsi, ma immediatamente ne viene divorato, digerito e scartato quando se ne perde l’utilità. Insomma La Nonna non è affatto l'unica colpevole, ogni personaggio ha la sua peculiare colpa nel portare a compimento il fallimento del tessuto sociale e di una convivenza sana ed equilibrata.

Costo del biglietto:
intero 10€
ridotto 8€
Abbonamento 4 spettacoli 30€
Riduzioni: Arci, allievi OpS, over 65, under 18, soci Unione Culturale, riduzioni di legge.

Rassegna inserita nel circuito SoftCard      


Per info e prenotazioni: info@officinaperlascena.it, tel. 3298558483


Direzione artistica a cura di O.P.S. OfficinaPer la Scena
In collaborazione con Unione Culturale F. Antonicelli
Col sostegno di TAP-TORINO ARTI PERFORMATIVE